sabato 22 maggio 2010

Carta Geologica dell'appennino vogherese tra Sagliano e il Torrente stafora.

CARTA GEOLOGICA DELL’APPENNINO VOGHERESE
TRA SAGLIANO E IL TORRENTE STAFFORA
VARZI (PAVIA)

- rilevamento geologico di campagna -

Paolo Balocchi* Monica Mazzoli* Andrea Pivetti* Gunela Rosenvik


* Laureati in Scienze Geologiche presso Università degli sudi di Modena e Reggio Emilia

INTRODUZIONE
Lo scopo della campagna di rilevamento,svolta tra il 4 e l’8 giugno 2001, e’stato di approfondire lo studio di questo territorio approdando quindi a una piu’ dettagliata caratterizzazione geologica dell’area, rispetto a quanto non fosse gia’ noto in letteratura.
Abbiamo posto particolare attenzione all’interpretazione dell’intricato gioco di faglie che interessa la fascia a nord di Sagliano e alla ricerca di formazioni non individuate da precedenti lavori.

INQUADRAMENTO GEOLOGICO E GEOMORFOLOGICO
La cartina sottostante (fig. 1) illustra l’ubicazione dell’area studiata nei pressi di Varzi (PV).


Una notevole rottura di pendio identificata in gran parte da una scarpata di faglia, suddivide il territorio in due zone con caratteristiche completamente diverse.
L’area a nord di Sagliano,contraddistinta da litologie competenti, presenta una morfologia aspra e notevolmente acclive, completamente boscata.. La zona a sud del paese, in cui affiorano litologie prevalentemente argillose poco competenti, mostra un rilievo dolce spesso interessato da frane attive o quiescenti. Vigneti e frutteti, campi di grano o coltivati a prato sono numerosi in quest’ area adatta all’agricoltura. Il fondovalle e’ interessato da depositi alluvionali in evoluzione e terrazzati di competenza del torrente Staffora.



STRATIGRAFIA E TETTONICA
Le formazioni che abbiamo riscontrato affiorare corrispondono alle Arenarie di M.Vallassa, Marne di M. Lumello, Brecce Argillose 2 e Marne di M. Piano, facenti parte della successione Epiligure; le Argille di Viano delle Liguridi. (per colonna stratigrafica ed eta’ vedi la legenda fig. 4).

Le Argille di Viano affiorano a nord-est di Ponte Crenna lungo una fascia con direzione est-ovest definita da due limiti tettonici che le mettono a contatto con le Brecce Argillose 2 sia a sud sia a nord. Tale striscia, come d’altronde tutta la zona circostante,e’ fortemente tettonizzata ,per cui non abbiamo riscontrato assetti della stratificazione con andamenti omogenei tra i vari affioramenti. La formazione , di natura torbiditica, si presenta prevalentemente costituita da argille scure. A volte sono presenti marne con una sottile stratificazione,di colore grigio e rosa pallido alternate a banchi carbonatici. Questi ultimi hanno uno spessore dell’ordine dei decimetri e una grana arenacea fine, sono assai competenti e presentano patine di alterazione scure; a volte e’ visibile una sottile laminazione. Il suolo in questa zona si differenzia da quello circostante mostrandosi, a volte con buona evidenza, piu’ scuro.

Le Brecce Argillose 2 affiorano in tutta la rimanente parte inferiore della carta. Tendono a calancare per cui gli affioramenti sono numerosi. La formazione consiste in una matrice argillosa scura che ingloba clasti di diversa forma e diversa genesi, spigolosi, di colorazione varia, in prevalenza carbonatici e ricchi in vene di calcite. A sud, le Brecce Argillose 2 sono ricoperti dai depositi del torrente Staffora mentre a nord vengono ricoperte quasi interamente da detriti di versante. In un punto toccano le Marne di M. Piano. Per giustificare il contatto tra queste due formazioni, che in affioramento risulta invertito rispetto alla successione stratigrafica, abbiamo ipotizzato l’esistenza di una piega isoclinale che che fa affiorare anche le sottostanti Argille di Viano.

Il suddetto detrito di versante su cui peraltro e’ costruita la parete bassa di Sagliano, e’ ricoperto da suolo. Occasionalmente al suo interno sono riscontrabili frammenti delle formazioni di M.Vallassa e M.Lumello, comunque fortemente alterati.
Nella zona a ovest di Sagliano, la faglia che crea una notevole scarpata, mette a contatto le Marne di M. Lumello con le Brecce Argillose 2, che supponiamo sussistano al di sotto del detrito di versante. In quest’ area la faglia e’ inversa e abbiamo ipotizzato che essa prosegua verso est. La faglia risulterebbe quindi nella sua globalita’, di tipo rotazionale. Sempre nell’area a ovest di Sagliano, e’ presente un set di faglie minori che interseca, con immersione verso est, la faglia principale. Quest’ultima, come detto sopra, e’ inversa, mentre quelle secondarie sono dirette. Si puo’ ipotizzare che la faglia principale si sia generata durante l’orogenesi, mentre quelle secondarie in una fase distensiva post orogenica.

Sopra le Marne di M.Lumello,con un contatto stratigrafico,sussistono le Arenarie di M. Vallassa che poi continuano ad affiorare verso nord nella parte sommitale del rilievo.
Nella parte alta del paese di Sagliano, non affiora il M. Lumello. Esso pero’ manifesta evidentemente la sua presenza appena fuori dal paese andando verso ovest, subito dopo un canalone. Sembra quindi ipotizzabile che lungo tale canalone sussista una faglia sub-verticale che sposta e fa riaffiorare a ovest le Marne di M. Lumello. L’esistenza di tale faglia e’ inoltre supportata dalla presenza lungo il canalone di assetti assai irregolari del M. Vallassa che indicherebbero una fascia alquanto sblocchettata dalla tettonica.

Per conferire maggiore scorrevolezza alla precedente trattazione, abbiamo preferito limitarci a citare alcune delle formazioni interessate, che qui di seguito saranno meglio descritte.
Facilmente si individuano le Marne di M. Piano anche grazie alla presenza di una frana attiva rappresentata in carta. Esse si presentano con una matrice prevalentemente marnoso-agillosa che assume spesso una colorazione a bande rosate e grigie. All’interno sono presenti intercalazioni carbonatiche e silicee.

La Formazione di M. Lumello, contrassegnata da una buona competenza, e’ prevalentemente marnosa, caratterizzata da un cemento non completamente carbonatico ma in parte siliceo. Numerose sono le intercalazioni arenacee a grana medio-fine e presenta una colorazione grigio chiaro con patine di alterazione nere e giallastre.

Le Arenarie di M. Vallassa, che corrispondono a depositi di redistribuzione di materiale deltizio, assumono una granuometria da medio-fine a grossolana e spesso evidenziano una ben visibile stratificazione con strati da medi a spessi (10-50 cm). Tipicamente presentano un colore giallastro o nerastro dovuto in gran parte all’alterazione. La loro competenza e’ notevole e sono consolidate da un cemento carbonatico. Sono ricorrenti le tracce di bioturbazione e piccolissimi frammenti di fossili.





CONCLUSIONI
Dal punto di vista strutturale si è riscontrata la presenza di una piega sinforme a geometria isoclinale, formatasi durante il processo orogenetico che ha portato alla formazione della catena Appenninica. La piega si è generata in età più antica rispetto alla formazione del M. Lumello.
Successivamente in età più recente, le formazioni deposte sono state dislocate da faglie inverse, parallele tra loro e legate geneticamente, che hanno portato a contatto formazioni di epoche diverse.
Durante il rilevamento abbiamo trovato delle faglie dirette di entità minore (nelle formazioni di M.te Vallassa e M.te Lumello), non cartografabili; ipotizziamo che la presenza di queste strutture sia causato da fenomeni distensivi durante i periodi di stasi del corrugamento.









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