martedì 12 aprile 2011

Sismotettonica del basso e medio Appennino modenese-bolognese tra il Fiume Secchia e il Fiume Reno (Appennino settentrionale)

Paolo Balocchi (1) Giorgio De Luca (2)


Riassunto: lo studio sismotettonico che segue, relativo ad una porzione dell'Appennino modenese (Appennino Settentrionale) ha come obbiettivo quello di individuare le strutture tettoniche attive in grado di generate terremoti. Lo studio ha analizzato gli effetti (terremoti, distribuzione degli epicentri e degli ipocentri) per risalire, attraverso il concetto di Back-Analysis, alle cause scatenanti del terremoto, definendo la direzione dello sforzo tettonico attuale, i meccanismi di rottura e le faglie attive/non attive. E' stata prodotta una cartografia completa ed esplicativa del modello sismotettonico dell'area. Dalla Carta delle strutture tettoniche che descrive la distribuzione delle principali strutture tettoniche alla scala macroscopica, suddividendole nei principali sistemi di faglie; la Carta degli eventi sismici della Magnitudo che descrive la distribuzione spaziale degli eventi sismici dell'area in oggetto di studio in funzione della magnitudo, attraverso una opportuna classificazione; la Carta degli eventi sismici della profondità ipocentrale che descrive la distribuzione spaziale degli eventi sismici dell'area studiata in funzione della profondità ipocentrale, attraverso una opportuna classificazione. Il prodotto finale dello studio è rappresentato dalla Carta sismotettonica (elaborazione delle carte precedenti) che mette in relazione le struttura tettoniche agli epicentri allo scopo di definire l'attività delle faglie secondo principi sismologici: i) relazione di reciproca vicinanza tra epicentri e struttura tettonica; ii) allineamenti di epicentri secondo la direzione delle principali strutture tettoniche. La zonazione sismogenetica (dallo studio dei meccanismi focali e dei paleostress) ha permesso di dividere l'area studiata in differenti zone che mostrano uniformità nella direzione dello sforzo tettonico (direzione di massima compressione e direzione di massima estensione) e stessi meccanismi di rottura. Inoltre, lo studio ha messo in luce la presenza di una discontinuità alla scala macroscopica localizzata alla profondità di 10km. Anch'essa come alcune delle strutture tettoniche presenti nell'area, sono da considerasi attive in relazione alla direzione principale dello sforzo tettonico attuale. Altre strutture, invece si considerano potenzialmente attive o non attive in condizioni di stress tettonico attuale, ma potrebbero riattivarsi qualora si verifichi un cambiamento del regime tettonico.

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1 Geologo del GeoResearch Center Italy – GeoBlog (sito internet: www.georcit.blogspot.com; mail: georcit@gmail.com).
2 Geometra collaboratore del GeoResearch Center Italy – GeoBlog (sito internet: http://www.ricercasperimentale.blogspot.com/).
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GeoResearch Center Italy - GeoBlog, pub. n° 2 (2011), ISSN: 2240-7847. 2 database sismologici, 4 carte sismologiche, sismotettoniche alla scala 1:100000.