lunedì 23 febbraio 2015

Il nuovo cluster del 2014 dell'alta val Tiberina-Gubbio (Umbria)

Paolo Balocchi (1)Francesca Carla Lupoli (2)




Riassunto: Il Bacino Tiberino e quello di Gubbio sono posizionati geograficamente nell’area dell’alta Val Tiberina-Gubbio. Tali Bacini rappresentano “conche intermontane” contenenti sedimenti quaternari limitati ai bordi da faglie regionali quali la Faglia Altotiberina (faglia principale) e, ad essa antitetica, la Faglia di Gubbio (faglia secondaria). L’area in esame è soggetta storicamente a numerosi eventi sismici, recentemente si è potuto osservare uno sciame sismico seguito dall’evento tellurico con Ml 4,0 del 22 dicembre 2013. Dall’analisi di tale sequenza, messa in relazione con le strutture tettoniche regionali, hanno messo in evidenza il ruolo sismo tettonico predominante della Faglia Altotiberina, subordinato è invece il ruolo della Faglia di Gubbio. Lo studio spazio-temporale della sequenza ha messo in evidenza la cronologia d’attivazione delle strutture tettoniche. Inoltre, in base ai meccanismi focali in relazione alle loro profondità ipocentrali, si è avuto modo di distinguere un modello tettonico estensionale del retro paese appenninico. Tale modello ha messo in evidenza come all’instaurarsi di uno stress tettonico nell’alta Val Tiberina-Gubbio generato da un roll-back del piano di subduzione si provochi una riattivazione delle principali strutture sismogenetiche regionali con la formazione di un cuneo di estrusione (extruding wedge) e di uno slittamento lungo il piano di Faglia Altotiberina (master flaut). La Faglia di Gubbio invece agendo da svincolo cinematico, permette una deformazione tettonica tra i diversi blocchi in senso verticale. Nel dicembre 2014 si è formato un nuovo cluster a SW del Bacino di Gubbio che ha messo in evidenzia l’evoluzione sismica dell’area legata alla faglia Altotiberina.





1) Geologo, ricercatore  del GeoResearch Center Italy – GeoBlog (sito internet: www.georcit.blogspot.com; mail: georcit@gmail.com).
2) Geologa, ricercatrice del GeoResearch Center Italy – GeoBlog.
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GeoResearch Center Italy - GeoBlog, 3 (2015), ISSN: 2240-7847.

lunedì 16 febbraio 2015

Le sequenze sismiche in Appennino – Gli esempi del 1456 e 1561

La penisola italiana, al centro del Mediterraneo, è sede dello scontro tra la placca tettonica africana e quella euroasiatica. Ciò determina vulcanismo attivo sul margine tirrenico e diffusa sismicità lungo la catena appenninica in corrispondenza della quale si trova il margine di subduzione, ovvero lo sprofondamento della litosfera, prodotto proprio dallo scontro tra le due placche. In questo contesto sismotettonico, la sismicità italiana è da mettere in relazione allo spostamento verso N/NNO della microplacca adriatica (Adria), porzione della placca africana: tale movimento induce i terremoti localizzati lungo la catena appenninica. Questi eventi, generalmente prodotti da sorgenti di dimensioni contenute, liberano l'energia sismica a sciami: storicamente infatti sono diversi i casi in cui si sono sviluppate sequenze sismiche caratterizzate da più eventi piuttosto che da un singolo episodio di energia nettamente preponderante sugli altri. Gli episodi più eclatanti in questo senso sono rappresentati dai terremoti del 1456, che interessarono gran parte dell'Italia centrale, e del 1561 quando fu gravemente colpito il Vallo di Diano.

di: Giampiero Petrucci(1) e Stefano Carlino(2)

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1) Geologo, ricercatore del GeoResearch Center Italy – GeoBlog (sito internet: www.georcit.blogspot.com; mail: dottgipe@gmail.com).
2)  Geofisico dell’Istituto Nazionale Geofisica e Vulcanologia e collaboratore del GeoResearch Center Italy – GeoBlog;
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GeoResearch Center Italy - GeoBlog, 2 (2015), ISSN: 2240-7847.