La Puglia, pur
non essendo tra le regioni italiane considerate in assoluto a maggior rischio
sismico, è stata interessata nel passato da eventi catastrofici di elevato
livello, con distruzione di intere cittadine e numerose vittime. Ciò è
imputabile sia alla sua vicinanza con zone sismogenetiche importanti
(l'Appennino) sia alla presenza nel suo territorio di sorgenti in grado di
scatenare attività sismica oltre la soglia del danno. Nessuna area del suo
territorio può considerarsi a riparo da un evento sismico, almeno secondo
quanto racconta la storia. Se infatti la sismicità del promontorio del Gargano
è ben nota e documentata, con il verificarsi addirittura pure di tsunami che
hanno inondato vaste aree costiere (1627 e 1646), anche il Salento, nonostante
oggi venga considerato praticamente asismico dalla classificazione vigente, ha
subìto grande devastazione a seguito di un terremoto. Accadde nel 1743 quando
si sviluppò un fenomeno che rappresenta il paradigma di come agiscano i
cosiddetti "effetti di sito" e di come territori teoricamente al
sicuro possano essere soggetti invece alle azioni delle onde sismiche
propagatesi da una sorgente lontana anche diverse decine di chilometri. Se
risulta ancora impossibile prevedere i tempi di ritorno di tali eventi, è
comunque verificabile l'aumento della vulnerabilità di questi territori causa
un'intensa urbanizzazione, spesso indiscriminata e talora abusiva, che
certamente non rappresenta il metodo migliore per la salvaguardia dalle
catastrofi naturali.
di: Giampiero Petrucci (1)
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1) Ricercatore del GeoResearch Center Italy – GeoBlog (sito internet: www.georcit.blogspot.com; mail: dottgipe@gmail.com).
1) Ricercatore del GeoResearch Center Italy – GeoBlog (sito internet: www.georcit.blogspot.com; mail: dottgipe@gmail.com).
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GeoResearch Center Italy - GeoBlog, 6 (2015), ISSN: 2240-7847.