giovedì 4 giugno 2015

Città distrutte e rifondate: il grande terremoto siciliano del 1693

Nel corso dei secoli diversi terremoti hanno mietuto migliaia di vittime e raso al suolo decine di paesi nella Sicilia orientale. Nel 1169 e nel 1542 si verificano eventi sismici di grande energia che provocano gravi danni tra Catania ed Agrigento. Ma è nel 1693 che questa zona subisce il maggior disastro, causato da uno dei più forti terremoti verificatisi nel nostro paese in epoca storica. Con una magnitudo intorno a 7.0 (calcolata empiricamente dai dati macrosismici) la scossa principale - seguita da numerose altre di minore intensità che dureranno per circa tre anni - provoca un'immensa catastrofe che colpisce l’intera Val di Noto. Quasi sessantamila morti ed una settantina di cittadine devastate sono le terribili cifre del disastro, che viene seguito anche da uno tsunami che colpisce 200 chilometri di costa da Messina a Capo Passero. Alla devastazione del sisma seguirà tuttavia un importante processo di ricostruzione e di rifondazione di nuove città, che vedrà nascere un patrimonio architettonico di grandissimo valore, realizzato secondo i criteri del Barocco Siciliano. Noto, che diverrà il simbolo della rifondazione, per la bellezza dei suoi edifici sarà definita un "giardino di pietra", ed in seguito proclamata dall'Unesco "patrimonio dell'umanità". La ricostruzione post-evento rappresenterà un importante momento di riflessione teso alla riconfigurazione dello spazio urbano, grazie a una cultura progettuale avanzata, che porrà l’isola all’avanguardia rispetto ad altre aree del Meridione.

di: Giampiero Petrucci(1) Stefano Carlino(2)


1) Ricercatore del GeoResearch Center Italy – GeoBlog (sito internet: www.georcit.blogspot.com; mail: dottgipe@gmail.com).
2) Geofisico dell’Istituto Nazionale Geofisica e Vulcanologia e collaboratore del GeoResearch Center Italy – GeoBlog;
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GeoResearch Center Italy - GeoBlog, 9 (2015), ISSN: 2240-7847.