Nel corso dei secoli diversi terremoti hanno mietuto
migliaia di vittime e raso al suolo decine di paesi nella Sicilia orientale.
Nel 1169 e nel 1542 si verificano eventi sismici di grande energia che
provocano gravi danni tra Catania ed Agrigento. Ma è nel 1693 che questa zona
subisce il maggior disastro, causato da uno dei più forti terremoti
verificatisi nel nostro paese in epoca storica. Con una magnitudo intorno a 7.0
(calcolata empiricamente dai dati macrosismici) la scossa principale - seguita
da numerose altre di minore intensità che dureranno per circa tre anni -
provoca un'immensa catastrofe che colpisce l’intera Val di Noto. Quasi
sessantamila morti ed una settantina di cittadine devastate sono le terribili
cifre del disastro, che viene seguito anche da uno tsunami che colpisce 200
chilometri di costa da Messina a Capo Passero. Alla devastazione del sisma
seguirà tuttavia un importante processo di ricostruzione e di rifondazione di
nuove città, che vedrà nascere un patrimonio architettonico di grandissimo
valore, realizzato secondo i criteri del Barocco Siciliano. Noto, che diverrà
il simbolo della rifondazione, per la bellezza dei suoi edifici sarà definita
un "giardino di pietra", ed in seguito proclamata dall'Unesco
"patrimonio dell'umanità". La ricostruzione post-evento rappresenterà
un importante momento di riflessione teso alla riconfigurazione dello spazio
urbano, grazie a una cultura progettuale avanzata, che porrà l’isola all’avanguardia
rispetto ad altre aree del Meridione.
di: Giampiero Petrucci(1) Stefano Carlino(2)
1) Ricercatore del GeoResearch
Center Italy – GeoBlog (sito internet: www.georcit.blogspot.com;
mail: dottgipe@gmail.com).
2) Geofisico dell’Istituto
Nazionale Geofisica e Vulcanologia e collaboratore del GeoResearch Center Italy
– GeoBlog;
GeoResearch Center Italy - GeoBlog, 9 (2015), ISSN: 2240-7847.