Generalmente gli
tsunami impattano sulle coste dopo essere stati generati in mare aperto. Ma
esistono alcuni casi, molto particolari, in cui le onde anomale possono
svilupparsi anche in acque interne come laghi, paludi, grandi fiumi. In Italia
l'esempio più eclatante è costituito da quanto accaduto in Romagna nel 1624. Le
acque della Valle Padusa, un antica ed ampia zona paludosa che si estendeva
nella parte meridionale del delta del Po, furono infatti agitate a seguito di
un terremoto, di magnitudo intorno a 5.5, con epicentro nei pressi della
cittadina di Argenta le cui strade furono invase dalle onde senza peraltro
creare gravi danni. Questo caso è il più importante ma non il solo: già nel
1695 un sisma, di magnitudo 5.7 ed epicentro nei pressi di Bagnoregio, provoca
l'esondazione delle acque del lago di Bolsena, con ingressione nelle coste
circostanti per diverse centinaia di metri. Esistono poi altri fenomeni in cui
i terremoti generano frane, anche di grandi dimensioni, sulle rive scoscese dei
bacini: il materiale terrigeno cadendo in acqua con una certa velocità provoca
onde, con altezze anche di diversi metri, che portano morte e distruzione nelle
città rivierasche. Se la Svizzera è la nazione europea in cui questi eventi si
sono sviluppati con una certa frequenza, anche in Italia si segnalano
situazioni similari, in particolare nel Lago di Como, potenzialmente tra i più
soggetti all'eventuale ripetersi del fenomeno.
di: Giampiero Petrucci(1)
1) Ricercatore del GeoResearch Center Italy –
GeoBlog (sito internet: www.georcit.blogspot.com; mail: georcit@gmail.com).
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GeoResearch Center Italy - GeoBlog, 5 (2015), ISSN: 2240-7847.